Per poter accedere alla fruizione degli sgravi contributivi è necessario che l’azienda rispetti precisi requisiti di regolarità. Le recenti pronunce della Cassazione forniscono indicazioni ed interpretazioni in merito ad alcuni di questi.
Presenza di irregolarità contributive oggettive
Quando le irregolarità contributive sono oggettivamente riscontrate non è possibile per l’azienda accedere ai benefici contributivi. I Giudici di Cassazione ricordano che questo non è possibile anche nel caso in cui l’Inps non riesca a comunicare in maniera tempestiva l’oggetto e la consistenza di tali debenze: la mancata comunicazione non genera un’inesigibilità delle stesse e resta, comunque, in essere una posizione irregolare non sanata che non consente il rilascio del Durc.
Ulteriore situazione non rilevante ai fini della regolarità è il pagamento da parte dell’azienda oltre il termine previsto di 15 giorni. L’accettazione di tale fattispecie farebbe venir meno il collegamento tra la premialità del beneficio e la regolarità contributiva aziendale.
Creazione di nuovi posti di lavoro
Quando l’accesso al beneficio è subordinato alla creazione di nuovi posti di lavoro, è fondamentale che questa sia reale e non fittizia. Occorre, pertanto, verificare che il datore di lavoro che assume sia nuovo e diverso rispetto a quello da cui il dipendente proviene. Questo anche al fine di dimostrare che non sussiste il diritto di precedenza all’assunzione del lavoratore in questione.
Onere della prova
In deroga rispetto al principio contributivo ordinario, nel caso dei benefici contributivi si assiste ad un’inversione dell’onere della prova che ricade, così, in capo al fruitore degli stessi. Questo accade anche in caso di accertamento negativo dell’obbligo contributivo.