Le spese sanitarie rimborsate dal datore di lavoro direttamente al lavoratore devono essere indicate in busta paga e tassate ordinariamente, secondo il principio della progressività.
E’ il concetto che emerge dalla risposta a interpello n. 285/2019 dell’Agenzia delle Entrate. Nel caso specifico, un ente pubblico rimborsava una percentuale delle spese sanitarie – debitamente documentate – sostenute dai propri dipendenti, utilizzando un fondo appositamente costituito.
Secondo il parere dell’AE il datore di lavoro è tenuto a considerare il rimborso come reddito da lavoro dipendente, mentre il lavoratore può beneficiare – nell’anno in cui le spese sono state sostenute – della detrazione per spese mediche pari al 19%.