In caso di ristrutturazione aziendale – anche con esito positivo e ripresa dell’attività – l’azienda è legittimata al licenziamento di un dipendente fornendo come giustificazione l’assegnazione delle relative mansioni ad un altro lavoratore.
Secondo i giudici di Cassazione, se la riorganizzazione si dimostra non pretestuosa, il datore di lavoro ha piena facoltà di disporre le misure più utili e produttive, senza dover prestare alcuna giustificazione relative alla congiuntura sfavorevole.
Quanto stabilito con la sentenza 13015/2017 si pone in contrasto con precedenti decisioni della Corte, che richiedevano prova della necessità di fronteggiare una situazione di squilibrio finanziario ed economico.