Anche le piccole e medie imprese guardano al Welfare Aziendale. E’ quanto emerge dal rapporto Welfare Index Pmi 2017 promosso da Assicurazioni Generali.
E’ in aumento il numero di imprese in cerca di strumenti per conciliare le esigenze impresa-lavoratori-territorio, passando attraverso il miglioramento della soddisfazione del personale e del clima aziendale, ma anche per incentivare la fidelizzazione e la produttività.
I meccanismi utilizzati sono diversi e vanno dalla sanità integrativa agli strumenti di conciliazione vita-lavoro, ma si parla anche di contributi al territorio e di incentivi ad-hoc per cultura e tempo libero. I numeri del rapporto mostrano una crescita consistente: le pmi “molto attive” che investono nel legame salario accessorio/benessere dei dipendenti sono passate dal 9,8% del 2016 al 18,3% nel 2017.
La crescita, certamente, è graduale: ad incrementarla è la maggiore diffusione di informazioni sui benefici fiscali connessi all’attivazione di un piano di Welfare aziendale, fondamentale per lo sviluppo di una cultura aziendale interessata a prendersi cura anche del benessere dei dipendenti. Inoltre, emerge che la dimensione aziendale è un dato caratterizzante e determinante nel tasso di iniziative messe in atto.
Sul fronte dei risultati, le imprese che hanno messo in pratica azioni di Welfare aziendale testimoniano di aver ottenuto riscontri positivi, che sperano di veder almeno consolidati sul lungo periodo.
Da più parti emerge la speranza di uno sviluppo e di un potenziamento del Welfare aziendale su più fronti: quello dell’ampliamento della base aziendale tramite un nuovo approccio della proprietà aziendale, il permanere degli incentivi legati alle misure messe in atto e la necessità – perchè lo strumento sia adattabile alle peculiarità di ogni singola azienda – di un basso livello di burocratizzazione.