Assegno per l’inclusione: cosa prevede il Decreto Lavoro

L’assegno per l’inclusione è la nuova misura di sostegno al reddito introdotta dal DL 48/2023 (Decreto Lavoro).
Il nuovo sostegno spetterà ai nuclei familiari composti da almeno un soggetto disabile o minorenne o ultrasessantenne o invalido civile, a partire dal 1° gennaio 2024.
Per la spettanza, è richiesta la presenza nel nucleo familiare di:
  • una persona con disabilità;
  • un minorenne;
  • un ultra-sessantenne.
In aggiunta, è necessario anche il possesso dei requisiti di cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, di residenza in Italia e specifiche condizioni economiche.
L’importo del beneficio sarà pari a 6.000 euro annui (ovvero 7.560 euro annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza) moltiplicati per il parametro della scala di equivalenza e spetterà per 18 mesi, rinnovabili per ulteriori 12 mesi previa sospensione di almeno un mese.
La misura è compatibile con la percezione di reddito da lavoro dipendente o autonomo, nel limite massimo di 3.000 euro lordi.
I nuclei familiari che beneficiano dell’assegno per l’inclusione devono:
  • Sottoscrivere il Patto di attivazione digitale;
  • Successivamente, sono tenuti ad aderire ad un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa, da cui sono esclusi i pensionati, gli ultrasessantenni e i disabili.
Il beneficiario è tenuto ad accettare un’offerta di lavoro che abbia durata non inferiore ad un mese e, se part-time, un orario pari almeno al 60% dell’orario a tempo pieno e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi e che sia, alternativamente:
  • a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale;
  • a tempo determinato, anche in somministrazione, se il luogo di lavoro non dista oltre 80 km dal domicilio.